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INCENERITORE DI via BACIACAVALLO

L’impianto  nato nel 1980, tratta le acque delle abitazioni unite a quelle delle industrie pratesi in grandi vasche aperte per poi terminare il processo di smaltimento dei fanghi di risulta con l'inceneritore. Dopo la sua costruzione i politici si sono ben guardati dal pronunciare o far scrivere sui giornali locali  il termine 'inceneritore' , sostituendolo con quello più rassicurante di " depuratore", omettendo quindi di informare i cittadini pratesi che in via di Baciacavallo oltre alla depurazione si inceneriscono i fanghi che risultano dal  processo depurativo. Per  circa 40 anni si è nascosto  l'esistenza del camino che emette fumi, vicino alle vasche di depurazione ( piccolo cerchio viola oltre al riquadro rosso, in figura). Attualmente GIDA ammette la presenza dell'inceneritore anche sul proprio sito

( qui ) , descrivendolo come " un inceneritore a piani da 100 t/d, provvisto di post combustione, torre di lavaggio dei fumi ad umido, depolveratore a maniche e analizzatore in continuo delle emissioni. La produzione di fanghi di risulta del processo depurativo può raggiungere i 30.000 t/a al 75 % di umidità ". L'incenerimento è sempre stato ritenuto una realtà da nascondere e tuttora i politici parlano dell'impianto indicandolo come "il depuratore di Baciacavallo ". 

Storicamente, per diminuire l'impatto emotivo della parola "inceneritore" sulla gente esposta alle emissioni, questi sono stati definiti con una grande varietà di termini : termodistruttore, termoutilizzatore ... Recentemente, i sostenitori italiani dell'incenerimento hanno adottato in modo uniforme il termine "termovalorizzatore", che non esiste nella legislazione di settore italiana ed europea

( con riferimento al Decreto Ministeriale del 05/09/1994 l' "inceneritore" è anche detto azienda insalubre di classe I ). I nostri amministratori si sono risparmiati anche questi  sforzi semantici, ed hanno semplicemente ed incredibilmente nascosto ai residenti  la verità, negando la presenza dell' inceneritore all'interno dell'impianto di depurazione.

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BREVE STORIA DI UN  INCENERITORE " SCOPERTO PER CASO" DALLA GENTE

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Dal 1980 al 2007 la storia  sociale e politica di Prato non viene minimamente influenzata dalla presenza dell'inceneritore.  L' area intorno all’inceneritore di Baciacavallo è stata comunque oggetto di diversi studi epidemiologici dal 1998 al 2005, condotti su commissione della stessa GIDA ed enti istituzionali ( nessun comitato locale era ancora nato).  L’elenco di queste indagini è visionabile anche  in un documento redatto congiuntamente da Comune di Prato, GIDA USL4 e ARPAT  e le conclusioni ufficiali ( di comune di Prato, USL ARPAT !    link  )  degli 'studi' affermano che ci sono molti   sospetti  ma poche  certezze riguardo la nocività dell'inceneritore. Questa affermazione non ha destato nessun allarme. Infatti, la consapevolezza del pericolo rappresentato dall'accumulo degli inquinanti nel nostro territorio è arrivata alla gente ed addirittura agli 'addetti ai lavori' per un caso fortuito !  Nel 2007 venne riscontrato un valore  di diossine oltre 11 volte il limite al momento in vigore (46,2 ng/kg di PCDD/F-PCB – WHO TEQ a fronte di un limite di 4 ng/Kg), in un pollo ruspante allevato a circa 700 metri dall’impianto. Il riscontro avvenne in modo del tutto casuale perchè  questo campione era stato individuato come campione di  controllo  (“bianco”), nel corso delle indagini  effettuate dall’ASL di Pistoia in uno studio che doveva 'scagionare' il vicino inceneritore di Montale a seguito del doppio superamento dei limiti per emissioni di diossine, dovuto ad un suo malfunzionamento. La strategia di

" non" comunicazione del rischio ai residenti nella nostra zona era stata così efficace che neppure gli esecutori dello studio su Montale erano consapevoli della presenza di un inceneritore nel territorio da loro scelto per il campione di controllo ! Con grande sorpresa degli esaminatori, proprio questo campione, risultò quello più fortemente contaminato fra gli oltre 40 campioni analizzati nel corso delle indagini, come riportato nella slide sottostante ( Il limite per la commercializzazione di carne di pollo è 4 ng/kg)

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Dopo questo studio l'attenzione di associazioni mediche (ISDE, Medicina democratica), comitati locali (VAS) ed attivisti politici , ha prodotto numerosi documenti che attestano la pericolosità dell'impianto e la necessità di bonifica della nostra zona. Le istituzioni preposte al controllo della salute del territorio non hanno prodotto ulteriori indagini sanitarie limitandosi a fornire i dati  sulla mortalità della nostra zona fino all'anno 2012 : questi dati 'grezzi' sono stati ritenuti rassicuranti ( link ) in modo approssimativo, senza usarli per compiere uno studio epidemiologico ufficiale.  In sostanza, visto che  non è provato che l'inceneritore sia una fonte di inquinamento da rimuovere, si rimanda qualsiasi decisione ad ulteriori indagini. Indagini che restano tuttora solo promesse politiche. Il comune di Prato continua anche recentemente a promettere a più riprese lo studio ufficiale riguardante la salute della popolazione della nostra zona: il 30.07.2015 (qui) l'assessore all'ambiente afferma anche: "i comitati riceveranno i dati grezzi affinché possano interpretarli liberamente, da parte nostra c'è la massima chiarezza"; il 28.01.16 (qui) si ribadisce " abbiamo sollecitato l'ISPO a fornire il prima possibile i dati completi per l'indagine epidemiologica"). Nel frattempo, prima di conoscere lo stato di salute della zona, si decide in modo incomprensibilmente irresponsabile, di proseguire nell'incenerimento, chiedendo addirittura l'autorizzazione per un nuovo inceneritore che quadruplichi le tonnellate di rifiuti da bruciare. 

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