Quanto inquina un inceneritore a norma di legge?
Riteniamo che la normativa attuale non tuteli la salute dei residenti nell'area di ricaduta degli inceneritori, essenzialmente per tre motivi
1.I limiti di legge sono un «compromesso» fra conoscenze scientifiche e interessi economici : non sono limiti al di sotto dei quali si è sicuri che quella determinata sostanza non danneggi la nostra salute; questa sembra un'affermazione incredibile, ma per constatarla è sufficiente considerare che i limiti di legge per molti tossici non coincidono con quelli dell'OMS ( Organizzazione Mondiale della Sanità). Essi rappresentano solo un compromesso fra le prestazioni possibili con questi impianti (secondo le migliori tecnologie oggi esistenti), i costi di esercizio e la tutela della salute.
2. Non viene assolutamente preso in considerazione il fenomeno dell'accumulo dei tossici nel territorio con il passare degli anni. I limiti si riferiscono infatti alla concentrazione di tossici per metro cubo di fumo e non alla quantità totale di tossici che vengono emessi: un inceneritore funziona 24 ore al giorno , non si spegne mai per decenni ( pena la sua insostenibilità economica).
3. La legge non tutela da incidenti o malfunzionamenti
Approfondiremo ciascuno di questi 3 punti
ricordando che comunque, nonostante limiti legali e normative del tutto carenti per la salvaguardia della salute dei residenti nelle aree limitrofe agli inceneritori, nel nostro paese si sono verificati numerosi sequestri di impianti di incenerimento per gravi episodi di inquinamento ambientale.
Questi sono alcuni di quelli di cui siamo a conoscenza:
Bari (impianto Marcegaglia) 2008;
Colleferro (impianto Ama) marzo 2009 13 arresti, 25 avvisi di garanzia;
Brindisi (impianto Veolia) 2009, dati emissioni manomessi da software;
Pietrasanta (impianto Veolia) luglio 2010;
Arezzo (impianto Chimet) marzo 2010;
Taranto (impianto Amniu) gennaio 2010;
Vercelli 2015. . .
Per la tipologia di impianto un inceneritore è soggetto inoltre a frequenti malfunzionamenti, pericolo intuibile anche dalle ingenti spese necessarie per la loro manutenzione. Quindi, anche per il rispetto dei limiti legali , per sua natura, la macchina inceneritore necessita di un'osservazione scrupolosa. L'elenco degli 'stop' ad inceneritori per malfunzionamenti con superamento degli attuali , obsoleti, limiti di legge sarebbe lunghissimo.
'Trip di caldaia con blocco della turbina', 'bruciatori ausiliari non entrati in funzione a causa di un problema nel rilevatore di fiamma' ... Procura della repubblica informata ed inceneritore fermo per le più imprevedibili cause tecniche sono eventi frequenti e ci si chiede quanti di questi eventi non vengono identificati immediatamente con i controlli ordinari previsti dalla normativa. Fra i motivi per cui le associazioni ambientaliste della zona di Scarlino hanno mosso una causa contro l'inceneritore della loro zona chiedendone la chiusura viene addotto un primato in termini di incidenti (che tra il 1° gennaio 2013 al 30 maggio 2014 l’inceneritore ha registrato ben 135 interruzioni tecniche) con presumibile eccesso di emissioni (link). Limitandosi al nostro territorio, a pochi Km dalla nostra zona, l'inceneritore di Montale nell’estate del 2007 ha emesso in atmosfera microinquinanti (diossine, furani, PCB) oltre i limiti, per due mesi e mezzo. Riguardo soltanto alla diossina sappiamo che in questo periodo ne è stata emessa 50 milioni di nanogrammi, cioè la dose massima tollerabile da circa 1 milione di individui adulti in un anno. La difesa ha avanzato l’ipotesi che il disastro sarebbe dovuto alla “non buona qualità” dei carboni attivi ! Il Tribunale della Corte d’Appello di Firenze ha emesso una sentenza (17.09.2015), riguardante questo episodio che certifica che l’inceneritore di Montale è dannoso per la salute dei cittadini e non controllabile www.omceopistoia.it Riguardo Baciacavallo, per il quale i sistemi di monitoraggio non hanno portato a stop 'clamorosi' è comprensibile quindi chiedersi se per noi residenti questo non sia il classico 'elephant in the room'.
Calendario Eventi
Un esempio di decreto legge in Italia (n 155. 10/08/2010) che recepisce una direttiva comunitaria ,in materia di valutazione della qualità dell'aria ... con " compromesso" , nella fig sottostante.
1 I limiti di legge sono un «compromesso» fra conoscenze scientifiche e interessi economici. Sono calcolati per metro cubo di fumi emessi senza tener conto del volume complessivo dei fumi emessi e della sommatoria fra le diverse fonti inquinanti ( il camino di un inceneritore collocato in un'area deserta deve rispettare gli stessi limiti di quello situato vicino alle abitazioni). Attualmente bruciare rifiuti strettamente a norma di legge ( 0,1 nanogrammi per Nmc ), come dichiarato per la maggior parte degli inceneritori italiani, significa emettere, ad esempio, 0,1 nanogrammi per Nmc di diossina, cioè undici volte più diossina rispetto all'inceneritore di Amburgo, a parità di quantitativi trattati. I valori normativi infatti non sono sinonimi di sicurezza, rispecchiano solo le prestazioni possibili con questi nuovi impianti, le migliori tecnologie oggi esistenti e, come recita la norma, compatibili con i costi di esercizio (Decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372 - GU n. 252 del 26 ottobre 1999 - che stabilirebbe per quanto riguarda le emissioni di diossine e furani «l’applicazione delle Migliori Tecniche Disponibili»). Peraltro è proprio l’approccio metodologico scelto (fissare limiti sulle concentrazioni dei fumi di ogni singolo impianto) a non dare garanzie per la tutela della salute pubblica, perchè come sinteticamente illustrato sopra, così facendo non si considerano la persistenza ed il bio-accumulo degli inquinanti: una corretta valutazione del loro impatto ambientale e sanitario dovrebbe tenere conto della quantità complessiva di diossine emesse nel tempo da tutte le fonti che impattano su un determinato territorio. Quindi anche se lo stato dell'arte impiantistico consente di raggiungere valori molto al di sotto di 0,1 nanogrammi al momento non c’è alcun segnale di una revisione della normativa. Senza contare che anche un limite di legge inferiore di ordini di grandezza rispetto a 0,1 ng non sarebbe comunque cautelativo della salute umana !
2 Accumulo dei tossici Non viene considerato il rischio correlato ad esposizioni relativamente basse ma prolungate nel tempo degli inquinanti. Il rispetto dei limiti normativi degli inquinanti non considera che molti degli inquinanti emessi sono persistenti e quindi si accumulano inesorasbilmente con il passare del tempo.
( POP - acronimo inglese di Persistent Organic Pollutants - , convenzione di Stoccolma, Decisione 2006/507/CE ),
I POP sono non biodegradabili, bioaccumulabili (diossine, furani, PCB, metalli pesanti) e si distribuiscono nelle catene alimentari. La legge si limita ad indicare le concentrazioni normalizzate per metro cubo di fumi. Il controllo delle "emissioni al camino" , cioè la quantità totale di inquinanti emessi per metro cubo, è di secondaria importanza rispetto al fatto che questi tendono ad accumularsi, persistendo nel territorio ( nel suolo, nell'acqua, oltre che nell’aria) ed entrano nel ciclo degli alimenti. In pratica è come se il legislatore ci dicesse “guarda sto immettendo nell'aria che respiri, dove abiti, sostanze tossiche/cancerogene in aria ma lo faccio piano piano ed è meno pericoloso”. In realtà questi impianti rimangono accesi per decenni, e non essendo questi tossici biodegradabili , si accumuleranno con il passare degli anni, fuori da ogni controllo. Insomma una microdose può essere non letale oggi e neppure domani, ma sommando molte microdosi non letali dopo un certo numero di giorni arriviamo alla dose letale.
Riguardo l'accumulo di inquinanti organici (POP), la slide sottostante fa riferimento ai ripetuti riscontri di valori di diossina fuori norma nelle matrici biologiche in prossimità dell'inceneritore di Baciacavallo ( dal 1979 circa 90 tonnellate al giorno di fanghi da depurazione industriale e civile) . La consapevolezza del pericolo dell'accumulo dei POP intorno a Baciacavallo è arrivata agli 'addetti ai lavori' per un caso fortuito ! Nel 2007 venne riscontrato un valore di diossine oltre 11 volte il limite al momento in vigore (46,2 ng/kg di PCDD/F-PCB – WHO TEQ a fronte di un limite di 4 ng/Kg),in un pollo ruspante allevato a circa 700 metri dall’impianto. Il riscontro avvenne in modo del tutto casuale perchè questo campione era stato individuato come campione di controllo (“bianco”), nel corso delle indagini effettuate dall’ASL di Pistoia in uno studio che doveva 'scagionare' il vicino inceneritore di Montale a seguito del doppio superamento dei limiti per emissioni di diossine. Con grande sorpresa degli esaminatori, proprio questo campione (scelto senza considerare che, anche se lontana da Montale, nella nostra zona esisteva un inceneritore), risultò quello più fortemente contaminato fra gli oltre 40 campioni analizzati nel corso dell' indagine.
3 La legge non tutela da incidenti o malfunzionamenti : riguardo al monitoraggio delle emissioni, se questo non è continuo ma previsto solo periodicamente, non possono essere identificati malfunzionamenti ( duraturi o transitori). I controlli lasciati ai gestori degli inceneritori sono spesso insufficienti: per gli inceneritori il controllo delle diossine è di 3-4 volte all'anno per poche ore!